La destra e la sinistra si ritrovano sullo stesso livello quando si tratta di dittature: la lezione è arrivata da “LA MACCHINA DELLE IMMAGINI DI ALFREDO C.“, film che sarà in sala dal 7 marzo con l’Istituto Luce ed è stato firmato da Roland Sejko. Il film racconta la storia di Alfredo C. un operatore di propaganda del fascismo che, da un giorno all’altro, mette i suoi servizi al servizio del comunismo in Albania. Il regista sul suo film ha dichiarato:
La storia degli italiani trattenuti in Albania dal regime comunista è quasi dimenticata, coperta dalla valanga di eventi che ha travolto centinaia di migliaia di italiani in altri paesi. La chiave per raccontare è arrivata, come spesso succede, per caso, quando tra i documenti dell’Archivio Centrale d’Albania, in una richiesta di rimpatrio ho notato un nome che conoscevo: quello dell’operatore dell’Istituto Nazionale Luce in Albania, ora, in quelle carte, dipendente del Minculpop comunista. La sua storia, intrecciata giocoforza con le immagini e le storie di altri, dava l’occasione per elaborare alcuni temi: l’onnipresenza e le tecniche della propaganda, l’incombenza degli eventi storici sui destini personali, la responsabilità della folla e quella dei singoli. E una riflessione sulla responsabilità – di oggi, come di ieri – di chi produce immagini, e di chi le vede.
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