Un film contro le leggi che sono contro i diritti delle donne nella Repubblica islamica in Iran, questo senso del film viene spiegato dall’attivista e giornalista iraniana Masih Alinejad, la donna è la voce e il motore a livello mondiale del movimento di disobbedienza civile delle donne iraniane all’hijab forzato.
Questo suo impegno viene raccontato all’interno del documentario “Be My Voice” della cineasta iraniana Nahid Persson, la sua uscita è prevista per il 7 marzo nelle sale italiane ed è distribuito da Tucker Film in collaborazione con Pordenone Doc Fest. Le due donne hanno affermato che il loro messaggio è per tutte le donne, gli uomini e i politici dei paesi occidentali:
Le donne nel mio Paese vengono censurate, frustate, mandate in prigione a cause dalla sharia, ma a volte quando condividiamo queste storie veniamo viste come promotrici dell’islamofobia. Noi invece difendiamo il diritto delle donne a non aver paura, a essere libere.
Il documentario si incentra sul percorso di Masih Alinejad nella sua battaglia per i diritti delle donne iniziata in Iran e poi continuata negli Stati Uniti con delle campagne mediatiche che ottengono migliaia di adesioni. Questa “missione” di Masih l’ha resa però un bersaglio. Un anno fa il dipartimento della Giustizia americano ha svelato un piano per il suo rapimento che avrebbe coinvolto alcuni dei funzionari iraniani.
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